Abstract
Il tema di questo numero di Scienza e Pace – Religioni come strade di pace – interroga un paradosso che attraversa la storia dell’umanità: le religioni, spesso associate a messaggi di amore, giustizia e nonviolenza, sono state al tempo stesso protagoniste di guerre, persecuzioni e divisioni. Come leggere questa ambivalenza? È possibile considerare le religioni strumenti di pace senza ignorare il loro ruolo nei conflitti? La conversazione con Pierluigi Consorti, Professore ordinario di Diritto e religione e di Diritto canonico all’Università di Pisa, affronta proprio questa complessità, esplorando il rapporto tra religione, potere, conflitto, guerra e pace. Il punto di partenza è una constatazione fondamentale: la guerra non è un destino inevitabile, ma una scelta. È la degenerazione violenta del conflitto, che invece rappresenta un elemento fisiologico e trasformativo della vita sociale, corollario naturale della diversità, inclusa quella di fede. L’esperienza del Professor Consorti, come studioso e come ex direttore del Centro Interdisciplinare Scienze per la Pace (CISP), consente di coniugare due prospettive complementari: da un lato lo sguardo del giurista, attento a norme, istituzioni e dinamiche di potere; dall’altro la sensibilità di chi riconosce il valore spirituale e intimo della religione.
